ALLESTIMENTO MOSTRA “METAMORFOSI DI UNA CITTA'”

Stiamo allestendo la mostra “Padova 1956/2018 – METAMORFOSI DI UNA CITTA’- scatti fotografici di una città” a Palazzo Angeli (Padova), un viaggio nel tempo testimoniato dai fotografi Renzo Saviolo Antonio Lovison. 

La mostra sarà a cura di Roberta Rigato con testi di Marco Callegari.

Nell’occasione verrà proiettato “La città dell’acqua” a cura dell’Istituto Valle di Padova.

Ecco a voi le foto dell’allestimento in corso:

 

Vi aspettiamo per l’inaugurazione della mostra il 18 maggio ore 18:00.

 

Per info e prenotazioni:

Associazione Culturale Fantalica

Via giovanni Gradenigo, 10. Padova

T 0492104096, M 3483522069

fantalica@fantalica.com  www.fantalica.it

Volti in luce: scrivere con la luce

Dalla mostra  “VOLTI IN LUCE. STUDI SULLA FIGURA UMANA” il fotografo Edoardo Varotto spiega il lavoro di un anno dell’atelier fotografo dell’associazione Fantalica e come è nata la selezione delle opere esposte.

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È noto che fotografare significa scrivere con la luce: la luce per un fotografo è cruciale.

Durante questo atelier è stata studiata la luce non tanto dal punto di vista quantitativo come avviene in un corso di fotografia base, ma dal punto di vista qualitativo. Non ci si è accontentati di avere “la giusta esposizione”: questione che si esaurisce con l’ avere abbastanza luce da riuscire ad illuminare la scena. Ma ci siamo occupati di capire quale tipo di luce offra le caratteristiche migliori allo scopo di dare il giusto valore e il giusto peso comunicativo ai vari elementi presenti nella nostra inquadratura: o per meglio dire a mettere in luce, e nella giusta luce, i protagonisti della storia che si vuole raccoEdoardo_Varotto corsi fotografia padovantare.

Nei laboratori pratici si è sperimentato come il medesimo soggetto possa essere reso più attraente e piacevole, oppure drammatizzato e perfino deliberatamente imbruttito semplicemente modificando il tipo di illuminazione usato. La luce è una componente essenziale dell’attrezzatura di ogni fotografo e, in quanto tale, va considerata come uno strumento da padroneggiare e maneggiare con fantasia.

Saperla “usare bene” significa dare carattere alle proprie fotografie, qualunque scopo comunicativo esse abbiano.

 

Edoardo Varotto

Vai alla pagina dedicata alla mostra VOLTI IN LUCE

 

 

Edoardo Varotto alla Triennale della Fotografia Italiana

Edoardo Varotto alla Triennale della Fotografia Italiana

L’Associazione Culturale Fantalica
è lieta di invitarvi alla

TRIENNALE DELLA FOTOGRAFIA ITALIANA
Fondazione Arte Contemporanea


VENEZIA

PALAZZO CA’ ZENOBIO
Fondamenta del Soccorso 2596 – Dorsoduro

Vernissage 11 novembre ore 16.30

Aperta dal 12 novembre al 9 dicembre 2017
Dalle ore 10 alle ore 18
lunedì chiuso

 

Tra i vari artisti fotografi partecipanti, abbiamo l’onore e il piacere di sostenere Edoardo Varotto: nostro docente da 8 anni per i laboratori di Fotografia.

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Il suo primo istinto è stato fermare il tempo con un click, per conoscere meglio la realtà: bloccarne il movimento per decifrarla.

Tutto inizia con la “magica” Polaroid che i genitori gli regalano a 12 anni.
Alla sua prima comunione è lui a fotografare gli invitati; poi trascorre l’adolescenza con una pocket appesa alla cintura e due rullini la settimana da stampare.

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La prima reflex a 18 anni, regalo di un amico del padre che gli insegna ad usarla: “Papà, finché ha potuto, fotografava molto, stampava in casa e teneva sempre in tasca la piccola Rollei che conservo gelosamente”.

A vent’anni arrivano i servizi fotografici: eventi, reportages, matrimoni.
Dopo la laurea in Scienze politiche, presa per far felici i suoi, inizia a fare sul serio.

Nel 2006 con la prima digitale entra in cronaca come fotografo de “Il Mattino di Padova”.
Seguono i primi passi nel mondo della moda, arrivano il primo calendario delle bellezze padovane, i book di attori e modelle, i corsi di Roiter, Franciosi, Segafredo.
Poi nel 2007 entra nella “bottega” di Alberto Buzzanca per imparare i trucchi del mestiere.
Da mito, Alberto diventa suo maestro e oggi condividono lo stesso studio.

Con la maturità professionale arriva il momento di cogliere l’attimo per dargli eternità.
Edoardo vede nel ritratto, da sempre il suo sogno, l’oggetto di ricerca da avvicinare lentamente fino a scioglierlo dalle naturali rigidità per liberarne le intensità espressive; con umiltà, senza retorica o manierismi.
“La foto è ciò che sento, per questo invito chi ho davanti a parlarmi con lo sguardo e con il corpo”.

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Edoardo Varotto ama la drammaticità del bianco e nero.
Dedica passione alla moda e alla pubblicità, cercando quell’ideale di bellezza e purezza che si nasconde in ogni donna e in ogni uomo.
Il segreto è saperlo svelare.

Robert Capa_Storia della Fotografia

Robert Capa_Storia della Fotografia


Uno dei padri fondatori della Fotografia,
un grande Artista e Foto-Reporter: ROBERT CAPA

Dal 16 settembre 2017 al 22 gennaio 2018
il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita,
in collaborazione con
Magnum Photos, la Casa dei Tre Oci e Manfrotto,

la mostra “Robert Capa Retrospective”,
dedicata alla figura di spicco del fotogiornalismo del XX secolo.
Info

Immagine correlata

BIOGRAFIA
Robert Capa nasce a Budapest nel 1913.

Il suo nome all’anagrafe risulta essere Endre Ernő Friedmann.
Nome che fu costretto a cambiare durante un periodo di clandestinità in Francia.

Viene considerato il primo e più famoso fotografo di guerra: documentò tramite una serie di scatti ben cinque diversi conflitti:
Prima tra tutti la guerra civile spagnola (1936-1939).
La seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938).
La seconda guerra mondiale (1941-1945).
La guerra arabo-israeliana (1948).
La prima guerra d’Indocina (1954).

I suoi studi furono indirizzati verso il ricco panorama delle Scienze all’Università di Berlino fra il 1931 ed il 193.
Proprio in questo periodo dovette lasciare la Germania nazista a causa delle sue origini ebraiche.
Autodidatta, cominciò a “farsi le ossa” in ambito fotografico come assistente di laboratorio, passando alla fotografia da freelance quando più tardi si trasferì nella bella e vivida città di Parigi.

La sua fama esplosa durante la guerra civile spagnola.
Memoriale è la famosa foto  “Il miliziano colpito a morte”, di cui ancora oggi si discute l’autenticità.
Robert capa miliziano colpito a morte

Robert Capa fu un grande appassionato anche del meccanismo cinematografico.
Nel 1936 girò alcune sequenze per il film di montaggio “Spagna 36” diretto da Jean Paul Le Chanois e prodotto da Luis Bunuel. ·
La relazione con l’attrice Ingrid Bergman gli permise di scattare alcune foto sul set del film “Notorious” (1946) di Alfred Hitchcock. ·

Nel 1947 assieme ad altri grandi maestri della fotografia, come Henri Cartier-Bresson, David Seymour, Georges Rodger e William Vandivert fonda l’ agenzia fotografica “Magnum Photos”.

Morì da fotografo, facendo il suo lavoro: esplose su una mina in Vietnam nel 1954.

LA SUA VERA ANIMA: LA FOTOGRAFIA

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Robert Capa e’ stato il padre della fotografia di guerra: la sua fu una vita vissuta fino in fondo. Spericolata, fatta di donne, grandi bevute, ed attrazione fatale per il pericolo.
Era consapevole del proprio fascino: attraeva allo stesso tempo belle donne ed approfittatori.

Era un fotografo molto famoso e noto a tutti nonostante toccasse temi forti e d’impatto.
Le sue foto hanno sempre raccontato di sofferenza, miseria e caos.
Ebbe la (s)fortuna di vivere in un tempo duro:
Un tempo di guerra, di dolore, ma anche di grandi vittorie.
Un tempo che aveva la consapevolezza di creare la Storia.
La sua carriera coincise con uno dei periodi più bellicosi in assoluto, ma Capa non perse mai l’occasione di raccontare e allo stesso tempo raccontarsi.
Lui era al fronte, pronto ad affrontare la morte per raccontare la guerra.

Il suo sguardo e’ completamente immerso nella realta’ che vuole rappresentare, cerca di limitare al minimo i filtri e le barriere tra fotografo e soggetto.
Si fa contaminare dalla vita e dall’uomo.
“Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino”, recita la sua frase più famosa.
L’importante è stare dentro le cose. 

Documentò la anche la seconda guerra mondiale, lasciando immagini memorabili delle attività militari degli americani in Sicilia e dello sbarco in Normandia.

Si distinse anche come fotografo in tempo di pace, ritraendo attori ed artisti e documentando la vita decadente ed opulenta dei ricchi europei.

FRANCE. Provence-Alpes-C™te d'Azur.Golfe-Juan. Pablo PICASSO with his son Claude. August, 1948. Pablo PICASSO, artist, with his family.

FRANCE. Provence-Alpes-C™te d’Azur.Golfe-Juan.
Pablo PICASSO with his son Claude.
August, 1948. Pablo PICASSO, artist, with his family.

Rimarrà nella storia come il prototipo del fotografo di guerra  e come fondatore dell’ agenzia fotografica Magnum che con i suoi canoni etici ed estetici definisce ancora oggi il modo in cui il fotogiornalismo racconta il mondo.